I “Magnifici 10”

Sono seduta ad una scrivania in redazione e sto lavorando agli articoli del prossimo mese; ad un certo punto si avvicina un mio collega e mi dice che ha pensato lui, questa volta, a stilare la lista dei “Magnifici 10”, i 10 lotti più alti battuti in asta nel mese. Mi porge la lista, io la leggo e mi accorgo che i primi due lotti sono una testa di statua romana e un quadro rinascimentale, allora mi volto e gli dico che noi siamo una rivista d’arte contemporanea e quindi anche i Magnifici 10 devono riguardare esclusivamente l’arte contemporanea. Lui dice che non è vero e che secondo lui va bene così. Io sento la rabbia montare, mi alzo per andare dal caporedattore per spiegargli l’accaduto ma quando gli arrivo vicino mi rendo conto che devo sbrigarmela da me e non posso chiamarlo in causa come giudice.

I miei trucchi

Sono con Fabri in aereo e stiamo andando per una settimana in vacanza a Arabia. L’aereo però viaggia lento lento e un po’ a scatti e poi vola basso al punto che io posso vedere dentro le finestre dei grattacieli. La cosa un po’ mi preoccupa e un po’ no. Poi atterriamo ma la “pista” è la rampa di un qualsiasi garage condominiale e infatti l’aereo si ferma tra due file di box auto. Apena tocchiamo terra io mi giro verso Fabri e gli dico: “Ho dimenticato la sacchetta con i trucchi! Accidenti!”. Poi penso tra me e me che tanto a Dubai fa caldo e non mi sarei truccata, poi ci ripenso e mi dico che fuori fa troppo caldo e quindi staremo sempre all’interno di alberghi e ristoranti con l’aria condizionata e quindi la sacchetta dei trucchi è indispensabile. Allora mi guardo intorno e i box auto sono diventati dei negozi e tra questi c’è Boot’s (una catena inglese) allora mi rassicuro e penso che tanto posso ricomprare tutto.

La casa di Davide

Sono in una casa con un bel giardino e so di essere a casa di Davide.M., un mio compagno di classe, ma nella casa abitano Filippo C. e Andrea C. Io, tra me e me, penso: “Lo vedi? Sono venuti ad abitare qui perché ora il papà di D. è diventato presidente del Senato.”. In giardino c’è Andrea C. con Flavia C. che nel sogno è sua moglie e hanno tre o quattro bambini. Io guardo Flavia, che non vedo da millenni, che è diventata grassa e brutta e mi meraviglio che Andrea e Flavia siano sposati, anche perché non sapevo si conoscessero. Nel complesso però mi fa piacere essere lì con loro e me ne resto in silenzio seduta su una poltrocina pieghevole.

Il quadro sfregiato

Mi trovo con Fabri a casa di GS, uno dei galleristi londinesi per i quali ho lavorato, è capodanno e lui ha organizzato una festa insieme a CC, che nel sogno è la sua fidanzata (nella realtà sono colleghie basta). Alla festa io vedo un quadro  di Picasso che mi piace molto e penso di comprarlo. CC inizia a spiegarmi il soggetto del quadro e mi dice che la data che vedo dipinta in alto a sinistra è la data dell’avvenimento storico rappresentato. Io, però, so per certo che l’avvenimento storico raffigurato è accaduto in una data differente, allora tiro fuori una penna biro e modifico la data sul dipinto dicendo che era sbagliata. Mi rendo conto di aver fatto una mezza scemenza perché il quadro è irreparabilmente danneggiato  e poi non so neanche se davvero mi piaceva così tanto da volerlo acquistare. Nel mentre si avvicinano anche GS e Fabri e vedo che GS è molto contrariato, anche se cerca di nasconderlo. Io allora ribadisco che la data vera è un’altra, quella che ho scritto io a penna, ma mentre lo dico mi sento ancora più stupida…

Secondo matrimonio

Sono in macchina con i miei genitori su una strada sterrata in campagna da me. Siamo tutti allegri e i miei sono vestiti sportivi con due giacche di tweed e stiamo andando in chiesa dove io mi sposerò per la seconda volta con Fabri. Ad un tratto io dico a mamma: “Lo sai? Ero così rilassata questi giorni che mi sono dimenticata di comprare un vestito da sposa!” e mamma si mette a ridere. Poi dico a mio padre di passare per casa nostra che mi sono ricordata di avere un vestito bianco di pizzo preso da Catenella l’anno della maturità (il vestito esiste davvero e la data è quella). Poi cambia scena e io sto percorrendo la navata della chiesa con il vestito di Catenella addosso e sono tutta contenta, poi, dopo la cerimonia, mi vado a sedere tra i banchi con gli ospiti.

Cambia scena e sono a casa di Maddalena, giù nel salone delle feste. Le pareti rivestite di legno sono più o meno identiche a quelle vere solo che, al posto della cappella, c’è una cucina tutta in legno intarsiato con i fornelli accesi. In cucina ci siamo io, Betta, Maddi e altre ragazze e una di loro dice che anche suo nonno ha una cucina così al piano di sotto, solo che ha fatto aprire uno sportello nel muro così può portare la spesa in cucina direttamente dal garage. Io, nel sogno, penso che sia solo una scusa per farmi capire che anche lei abita li’ nel palazzo di Maddi.

La casa affittata

Sono nella casa dei miei genitori (che nel sogno è identica a quella di mia cugina FP in campagna) la casa però è affittata alla mia professoressa AS con tutti i mobili e i quadri. Con me c’è anche L (la mia stalker) che fruga ovunque per vedere se i miei genitori hanno lasciato qualcosa così che possa conoscere qualche dettaglio in più di me e della mia vita. Io mi sento soffocare e infastidita le dico che la casa è affittata alla professoressa e i miei non ci abitano più, lei mi risponde che non ha importanza e qualcosa troverà….

Delitto e castigo

Sono seduta sul sedile di dietro di una macchina e davanti ci sono un uomo e una donna che sembro conoscere. Stiamo guidando lungo viale Trastevere e poi giriamo a destra e la strada ci porta in un paesino. Scendiamo e suoniamo ad una porta. Ci aprono una donna con la figlia adolescente, noi chiediamo dove sia il marito, lei ci indica un posto poco lontano. Raggiungiamo il luogo, troviamo l’uomo e lo uccidiamo (mi sembra strangolandolo). Risaliamo in macchina in silenzio ma io sono disperata perché so che la polizia risalirà a noi tramite la moglie e dovrò passare il resto della vita in carcere e ho così buttato la mia vita.

Cambia scena, sono a Londra, Bea mi dice che devo tornare a lavorare nella nuova sede della galleria JJ/WC (dove ho lavorato davvero) e che lei già lavora lì da un po’. Sono incerta ma salgo sulla metro per andarci. Quando scendo chiedo indicazioni ad una signora ma parliamo in francesce invece che in inglese e poi mi rendo rendo conto che anche i nomi delle vie e le targhe delle macchine sono scritti in francese. Allora mi dispero e mi rendo conto di essermi addormentata sulla metro e di aver attraversato il tunnel della Manica senza accorgermene.

Collari stretti

Sono con Cristina B. nella casa della nonna di Fabri ma la casa è enorme e tutta diversa. Io sto portando Cri in giro per fargliela vedere. Attraversiamo prima un lungo corridoio con carta da parati anni ’70, poi dei saloni affrescati e poi ci ritroviamo in una specie di veranda rialzata che dà su un giardino (il giardino assomiglia a quello di mia nonna) e io le dico: “Vedi, la casa continua anche sotto la veranda e tutto attorno al giardino, è molto grande”. Poi Cri sparisce ed io mi ritrovo in giardino con mio padre e dopo poco arrivano tre dei miei cani, Diavolone, Boris e Rufus. Papà ed io li accarezziamo e nel fare ciò ci accorgiamo che i collari sono allacciati troppo stretti e li allarghiamo. Mentre mi occupo dei collari dico qualcosa contro Armando, dando a lui la colpa del fatto che siano allacciati male e stretti.